pp.192, brossura
Il De anatome, morsu et effectibus tarantulae (L’anatomia, il morso e gli effetti della tarantola; Roma 1696; Ginevra 1698) di Giorgio Baglivi ha avuto un’enorme fortuna editoriale ed è stato oggetto di numerosi studi. Baglivi si interroga sull’anatomia della tarantola, sul suo habitat, sulla natura del suo veleno e sugli effetti che esso produce sul corpo umano e animale. L’analisi di questi elementi diventa l’occasione per tessere le lodi della regione in cui più si registrano casi di morso della tarantola, la Puglia, e per elencare i benefici della più efficace delle terapie: la musica. Tra descrizioni di paesaggi e racconti di esperienze, che vanno dalla sperimentazione in laboratorio alla presentazione di casi clinici, si dimostra che l’unico antidoto contro il veleno del ragno è l’esecuzione di tarantelle, che permettono al paziente di danzare e quindi espellere la malattia attraverso il movimento e il sudore.
Dopo aver compiuto gli studi di medicina a Napoli e Salerno, Giorgio Baglivi (Ragusa, Dalmazia 1668 – Roma 1707) si perfezionò, tra l’altro, a Bologna con Marcello Malpighi. Medico dei papi Innocenzo XII e Clemente XI, Baglivi divenne professore di chirurgia e anatomia alla Sapienza di Roma, poi, fino alla morte, professore di medicina teorica nella stessa università. Fu membro della Royal Society di Londra. Tra le sue opere, si ricordano il De praxi medica e il De fibra motrice.