pp.280, brossura
Daria è una ragazzina vittima di attenzioni sempre più insistenti da parte di alcuni adulti. Tra questi, esponenti del mondo ecclesiastico, aiutati dalla complicità della madre, si fanno sempre meno scrupoli e più pericolosi.
È una storia spietata, raccontata con grande maestria da Roberto Pati che, pur toccando temi oscuri e spinosi, non cede mai alla condanna facile e si addentra nella psiche dei personaggi sviscerandone i sentimenti.
Nella terra della taranta, come le dominazioni che si sono succedute, si mischiano e contaminano le vite delle persone coinvolte, generando a volte obbrobri e scempi, altre magnifiche cattedrali barocche.
«Il caos è lo stesso di quando qualche giorno prima è andata via, sbattendo la porta con la convinzione di non tornare più in quella casa. Senza preoccuparsi più di tanto del disordine imperante s’infila vestita nel letto, tanto domani sparisco! pensa. Vanamente prova ad addormentarsi e dopo essersi rigirata qualche milione di volte, accende la lucetta sul comodino. Scandaglia con particolare minuzia la penombra; Turchina è lì, inerte come ormai da tempo, tra le altre bambole, stupida e insignificante. “A cosa serve scappare?” ripete a se stessa, pentendosi di non aver avuto il coraggio di parlare con la prof. Quel male taciuto la sta corrodendo dentro senza inaridirla come invece sperava, e il coraggio non è mai abbastanza?»