pp.104, brossura 20x12
A "Sigismondo Castromediano e i patrioti salentini del '48" è dedicato un "Breviario dal carcere" che Gigi Montonato licenzia per i tipi di Congedo. Un libretto che in copertina effigia il Nostro canuto eroe nella sua "regale" austerità e ce lo fa conoscere "pensante" e mai piegato nonostante il ferri che lo costringono.
Ecco, tratti dal liberetto, alcuni passi della corrispondenza che mantenne "con l'amico e dal 1854 suo curatore patrimoniale don Pasquale De Matteis e per suo tramite con altri parenti e amici"... "A chi manca il coraggio il mondo è tomba, e sentirsi scorrere il sangue nelle vene, il seno ansante per aria respirata, e stare in una tomba è martirio che supera ogni martirio, è morte peggiore della morte" così scriveva dalla prigione politica, nel Bagno di Procida, il 7 novembre del 1851. E ancora leggiamo: "Confesso che la inquietudine non mi abbandona, perchè i tempi sono così avversi ad ogni virtù; che talune cose non susciterebbero, se la corruzione non vincesse ed i malvezzi non avessero ghirlande" è l'8 marzo del 1856 il Duca è carcerato a Montesarchi. E, sentite ancora, il 21 marzo del 1857 di cosa scrive: "Sapevo della ferrovia da Napoli a Brindisi; ma non del braccio testè decretato sino a Lecce. I leccesi sono stati savi in ciò, che se avessero fatto altrimenti la loro città sarebbe rimasta fuori ogni attività e commercio, e quindi col tempoperita. Però ad essere più efficace la bella intenzione, sembrami che questo braccio dovesse raggiungere Gallipoli" e il 18 aprile dello stesso anno: "Qui forse è più facile toccare il cielo col dito che poter scrivere e quando si deve e quando si vuole. Bisognerebbe essere qui (che non auguro nemmeno ai miei nemici) per comprendere in tutta la sua estensione quel che dico; quindi ti prego a non lasciarmi privo di tuoi scritti almeno una fiata al mese, ed avrai sempre argomenti a trattare quando vorrai parlarmi dei nostri...".
Un uomo eroico e attento, presente alla sua Terra, che certo ci manca...
"Che bella figura di vecchio: è una reliquia veneranda" disse di Lui Umberto I in visita a Lecce, Castromediano morì, nella sua casa di Cavallino, il 26 agosto del 1895.