MICHELE CAPUTI DAL LEGITTIMISMO BORBONICO AL LIBERALISMO UNITARIO

Pellegrino Bruno
Dello stesso autore
Editore/Produttore: EDITORE GENERICO
EAN: 9788877862501



pp. 160, brossura

La storiografia di parte borbonica non esitò ad attribuire a Michele Caputi, vescovo di Ariano, la macchinazione dell’avvelenamento di Ferdinando II, durante la sosta del monarca borbonico nel corso del viaggio compiuto nel 1859 da Napoli per le Puglie. Nonostante Raffaele De Cesare, nel ricchissimo mosaico composto sulla dissoluzione dello stato meridionale, avesse già definito fantastiche le voci sulla responsabilità di Caputi nel presunto avvelenamento e sulla preesistenza in lui di sentimenti di italianità, pure un alone sinistro ha continuato ad aleggiare sulla sua figura, tanto che nei crociani Aneddoti di varia letteratura si parlava di lui come del « famigerato » vescovo di Ariano. L’assenza di una documentazione di sicuro affidamento sulla discussa personalità di Caputi, sulle motivazioni che lo indussero, secondo il racconto di 1860 a piedi di Garibaldi, hanno contribuito a creare sul suo conto dicerie romanzesche. Oggi.. si può continuare ad attribuire minore rilevanza ad alcuni momenti della vita di Caputi, destinati a rimanere romanzescamente oscuri, per far ricadere invece una maggiore attenzione sul dato storico certo: la sua instancabile opera di propaganda filo-unitaria, maggiormente densa di significato e di incisività sull'opinione pubblica e perciò attentamente seguita con preoccupazione dagli ambienti vaticani e con entusiasmo dal mondo politico italiano (anche se questo non sorresse concretamente Caputi), in anni in cui la gerarchia ecclesiastica delle « napolitane province » alla quale Caputi apparteneva non poteva che manifestare nella sua quasi totalità la propria solidarietà a Pio IX nella difesa del potere temporale e i propri sentimenti lealisti nei confronti della dinastia bor-bonica...
Una interpretazione della personalità di Caputi che è stato possibile formulare grazie al ritrovamento delle carte conservate dalla famiglia ed ai fascicoli vaticani relativi ad una eventuale condanna che non fu mai pronunciata anche a causa della prematura scomparsa dello sfortunato personaggio ».


Condividi
€ 25,00
increase decrease
Disponibilità: 1 (Disponibilità limitata)

pp. 160, brossura

La storiografia di parte borbonica non esitò ad attribuire a Michele Caputi, vescovo di Ariano, la macchinazione dell’avvelenamento di Ferdinando II, durante la sosta del monarca borbonico nel corso del viaggio compiuto nel 1859 da Napoli per le Puglie. Nonostante Raffaele De Cesare, nel ricchissimo mosaico composto sulla dissoluzione dello stato meridionale, avesse già definito fantastiche le voci sulla responsabilità di Caputi nel presunto avvelenamento e sulla preesistenza in lui di sentimenti di italianità, pure un alone sinistro ha continuato ad aleggiare sulla sua figura, tanto che nei crociani Aneddoti di varia letteratura si parlava di lui come del « famigerato » vescovo di Ariano. L’assenza di una documentazione di sicuro affidamento sulla discussa personalità di Caputi, sulle motivazioni che lo indussero, secondo il racconto di 1860 a piedi di Garibaldi, hanno contribuito a creare sul suo conto dicerie romanzesche. Oggi.. si può continuare ad attribuire minore rilevanza ad alcuni momenti della vita di Caputi, destinati a rimanere romanzescamente oscuri, per far ricadere invece una maggiore attenzione sul dato storico certo: la sua instancabile opera di propaganda filo-unitaria, maggiormente densa di significato e di incisività sull'opinione pubblica e perciò attentamente seguita con preoccupazione dagli ambienti vaticani e con entusiasmo dal mondo politico italiano (anche se questo non sorresse concretamente Caputi), in anni in cui la gerarchia ecclesiastica delle « napolitane province » alla quale Caputi apparteneva non poteva che manifestare nella sua quasi totalità la propria solidarietà a Pio IX nella difesa del potere temporale e i propri sentimenti lealisti nei confronti della dinastia bor-bonica...
Una interpretazione della personalità di Caputi che è stato possibile formulare grazie al ritrovamento delle carte conservate dalla famiglia ed ai fascicoli vaticani relativi ad una eventuale condanna che non fu mai pronunciata anche a causa della prematura scomparsa dello sfortunato personaggio ».

Dettagli
DatiDescrizione
EAN9788877862501
AutorePellegrino Bruno
EditoreEDITORE GENERICO
Data pubblicazione01/01/1984
CategoriaStoria
CollanaUNIV. LECCE-DIP. SCIENZE ST. SOC. TESTI
Solo gli utenti registrati possono scrivere recensioni