pp.370, brossura con illustrazioni b/n e colori. Il volume si lascia leggere e scorrere quasi come un romanzo, trattando le molteplici problemi che riguardano la nostra terra con l’occhio proteso al contesto storico globale e non avulso dalle realtà che si sono succedute nei secoli nella nostra martoriata identità geografica. Comporre e consolidare un discorso corretto e imparziale su una popolazione specifica, riuscendo a collegare notizie, documenti, personaggi e anche illazioni plausibili laddove la documentazione non è presente, non è facile. Ma con grande pazienza e coerenza, Sindaco raccoglie tutti gli elementi utili e, con il supporto di una vasta documentazione fotografica, ci offre un panorama certamente esaustivo e di spessore di quello che arte e cultura hanno prodotto , nei secoli, in un pezzo di Salento che molti, con grande superficialità, finiscono per stigmatizzare come ‘territorio privo di connotazioni culturali di rilievo’. Non è così, anzi. E la Melendugno che Salvatore Sindaco ci svela è una grande riscoperta, non limitata alle rinomate coste che comprendono i tesori di Roca, ma profonda e sviluppata nell’entroterra dove non mancano dolmen, cripte e insediamenti monastici di tutto rispetto. Navigando agevolmente tra realtà storica, fede e immaginazione, e sottolineando l’importanza di quel poco che l’arte ci ha tramandato, emerge il delicato e complesso assieme di aspetti etnografici di una realtà salentina che meritava, da tempo, interesse e documentazione di peso come quella che Sindaco ci offre. Di grande utilità e importanza è poi, il Glossario posto al termine della pubblicazione: è una sorta di piccola enciclopedia su tutto ciò che riguarda da vicino la nostra storia, con personaggi, avvenimenti, modi di dire e denominazioni che hanno, finalmente, una chiara collocazione nel discorso storico ambientale della realtà salentina.
