pp.222 brossura 15x21
Quello che si racconta in questo volume è un crescendo di nefandezze senza pari che purtroppo possiamo affiancare a quelle che riempiono le cronache dei nostri anni: uomini torturati e sgozzati come bestie, bruciati vivi o fatti a pezzi e dati a mangiare ad altri briganti, sangue usato come bevanda e teschi come bicchieri, fanciulli trucidati per eccesso d`ira o di rabbia. Scene raccapriccianti da museo degli orrori: corpi squartati dai cavalli e teste mozzate portate in trofeo, deposte sulle tavole, "esposte con una pietra fra i denti", come poi riprenderà a fare la mafia (Il sasso in bocca di Michele Pantaleone, chi non lo ricorda?). È l`incontro con personaggi che hanno avuto a che fare con la grande storia d`Italia, che spesso trattano e patteggiano con i sovrani considerandosi loro pari. La rivoluzione del 1799 ed i Sanfedisti del cardinale Ruffo, Giuseppe Napoleone e Gioacchino Murat, re Franceschiello ed i Savoia: tutti hanno avuto a che fare con il fenomeno del brigantaggio, tutti più o meno lo hanno avuto come strumento o hanno dovuto affrontarlo come problema. Incontriamo il Tasso e il Principe di San Severo (non dalla parte dei briganti ovviamente, ma da quelle delle vittime), fra` Diavolo e Giosafatte Tallarico, (reso famoso dal romanzo di Nicola Misasi), il cabecilla Josè Borjès e Carmine Crocco, Ciro Annicchiarico e Ninco Nanco, Mammone e Coppolone: una galleria di bellimbusti che, comunque, appartengono alla storia del nostro bel paese.