pp.192, brossura Chi avesse attraversato il Tirreno in quella giornata di luglio, partendo dalla costa e dirigendosi verso Occidente, avrebbe visto una scena tanto strana quanto maestosa. Il sole al tramonto, che sembrava quasi spegnersi in mare scendendo verso la linea dell’orizzonte, sarebbe apparso diviso in due esatte metà da una colonna di fumo denso e nero. Proseguendo sull’acqua, che passava sempre più in fretta dall’azzurro intenso al blu indaco, un’immagine surreale sarebbe apparsa agli occhi increduli del nostro ipotetico navigatore. A qualche centinaio di metri dalla colonna avrebbe visto una bara galleggiare sul mare e, poggiata sopra ad essa, una ragazza che la spingeva nuotando. Ad uno sguardo più attento, un altro dettaglio grottesco si sarebbe palesato, ma chiunque lo avrebbe attribuito ad un effetto ottico, generato dalla particolare luce del crepuscolo o al massimo ad un’allucinazione: al posto delle gambe, in controluce, sarebbe apparsa un’ombra scura simile alla penna di un cetaceo