pp. 348:brossura 17X24cm
Il presente volume si propone di ripercorrere la genesi dell’idea di Filosofia, per giungere a individuare il senso originario del logos. A partire da Platone e da Aristotele, la Filosofia é stata concepita come scienza, rispettivamente del Bene e dell’Essere, e come tale attribuita all’attività di una ragione, che nel prendere le distanze dalla déxa, giunge a scoprire la vera natura delle cose. E così venuta a crearsi una bipolarizzazione tra /égos e déxa, che ha condotto la cultura occidentale a schierarsi di volta in volta sul fronte del razionalismo e su quello dell’empirismo, come di due dottrine tra loro contrapposte e mutuamente escludentisi. L’analisi fenomenologica mette invece in luce che légos e déxa sono due momenti del pensiero reciprocamente complementari tra loro. Nella vita quotidiana, ognuno parla della realtà a partire dalla prospettiva, in cui egli si trova collocato, e perciò dichiara: "a me sembra che..."., mentre chi considera la stessa realtà da un altro punto dì vista, afferma: "a me invece sembra che...".. Questa espressione suona in greco dokeì moi, da cui il termine doxa. In questo contrapporsi delle déxai, ognuno dei dialoganti é costretto a "giustificare" la sua presa di posizione, facendo emergere il "perché" delle sue asserzioni. In questo "dar ragione delle rispettive déxai" viene a formarsi il logos. Esso non é perciò manifestazione di una verità eterna, ma di una ragione, che nel porsi a confronto con le altre ragioni sul comune terreno del mondo, viene gradualmente aprendosi all’orizzonte della verità, L’analisi critica del razionalismo e dell’empirismo, quali assi portanti della cultura occidentale, soprattutto moderna, permettono di recuperare il filone originario della Filosofia e, con essa, la vera natura del logos.