Il filo di Marianna. Marianna Elmo quadri a fili incollati e collages nel 700

pp.155 brossura 22x24 illustrato interamente a colori

La mostra odierna, promossa dalla Pinacoteca Provinciale di Bari, è stata accolta con immediato entusiasmo dalla Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Napoletano perché ha offerto l`opportunità di portare alla ribalta, anche dopo accorto intervento di restauro, un interessante gruppo di opere, selezionato dalle raccolte del museo di San Martino e costituenti un omogeneo nucleo della prestigiosa collezione Bonghi, acquisita nel 1872, per opera del suo primo direttore, Giuseppe Fiorelli, grande personalità di "conservatore di belle arti" nell`Italia postunitaria.I manufatti, di tecnica particolarissima, confusa fino a data recente col ricamo, per l`effetto di una resa tessile, ma oggi ben analizzata nell`uso di fili di sete policrome che creano ora delicati, ora bruschi trapassi cromatici, incollati su supporto di semplice cartone spalmato di cera d`api, con innesti di pittura su stoffa o su carta a comporre lo spunto figurativo e tematico, rivendicano, grazie a studi recenti, dignità di genere autonomo. E attraverso il diversificato percorso delle arti decorative nella seconda metà del Settecento, a giusto titolo, qui emergono, con i loro originali e innovativi arredi – taluni inediti - provenienti da raccolte pubbliche e private, italiane e straniere, interessanti personalità di artisti come Angelo Pati, o Leonardo Quesi, e la più affermata Marianna Elmo, capace di introdurre nuovi germi nell`elaborazione dei modelli decorativi. È proprio la perizia tecnica di questi maestri, congiunta, quasi sempre, ad una notevole sensibilità pittorica e ad una felice inventiva, a qualificare, a partire dalla seconda metà del secolo XVII e per gran parte del successivo, opere che, pur se per tradizione affondano le radici in ambito fiammingo, proliferano in ambito meridionale, ma in particolare pugliese, spesso affrancandosi dal carattere popolare e devozionale.... dall`Introduzione...