pp.105 brossura 15x21PREFAZIONECamminargli accanto, appena un passo più indietro, ed è respiro di pensieri, respiro di ricordi... si va sull`orlo fresco del giorno, sul filo del vento.Sfogliare piano le pagine ed è respiro di sillabe, respiro di versi... scivolano leggeri e densi, come ondivago vento che è presenza ed assenza nel pudore del verde di nubi estive.Scrivere su questi versi è compiere l`azione di Giovanna: non turbare l`ombra della luna che svanisce, alla luce dell`alba, nell`acqua scura del pozzo; non turbare i silenzi che la poesia disvela ed offre, in dono.Il canto di Vittorio Errico è un canto di silenzi; è un canto che, per meglio dire, dona voce ai silenzi ed è voce pudica, sommessa, sussurrata, lieve... voce di un`anima che osserva il mondo, è innamorata del mondo, gli si aggrappa, eppure è dolore di " un posto all`ultimo banco", perché non si scomponga il fragile equilibrio che regge il lento andare del tempo, dei mesi, dei giorni, il lento andare del sole e della luna, delle ombre, docili ombre, ali che sorreggono la vita di chi resta quaggiù.Il canto di Vittorio Errico nasce in terra di vento, in un paese che è anche un cardellino/ che il volo tenta./ Con lui è la madre/ che, alle sue ali implumi/ il vento dona,/ nel sole che tramonta. In terra di vento sceglie di rimanere chè qui la luce vibra inquieta, è chiara come i capelli d`una madre, non viene meno mai, neppure se tenebre arrivano.Non resta allora che seguire questo canto, tra albe di primavera, nel sole feroce di giugno, nel lento languore dell`autunno. Gli fa coro la strada, nel rumore dei carri, in cavo rumore di passi, nel sussurro della sera; a volte, di sera, svanisce; appaiono scaglie di luna nel cortile di chi anche. anche.Un attimo solo, ma poi riprende; chitarre d`erba lo accompagnano ed è canto di profumi, vertiginosi, di menta, di basilico, di viole, di sole.Ha un profumo il sole? Può succedere, bisogna credergli, se l`afferma verso di poeta. Ed è canto di voci, voci di docili ombre......per loro arpe d`erba nella luce dell`eternità.Un paese d`ombre accoglie spesso il canto; lo accolgono i sentieri del cuore e il cuore vede con occhi diversi; intanto continuano a scorrere le ore, i giorni, i mesi; vanno e il loro andare è il colore del cielo; muta col mutare del tempo. Vittorio Errico è poeta del mutare del colore, del mutare del tempo.Quant`è grande il mare? Finisce il mare? Il canto non sa dare, a volte, risposte. Si ferma ancora, un attimo. Poi diventa dolce e straziante come litania. Nessuna sillaba di madre manca, in questa litania.Così è la vita; un continuo cercare assenze; un continuo cercare risposte, con nell`anima un desiderio... fammi stare,/ immemore e felice, nel tuo cono di ombra/ e di dolore.Quanto manca il padre, quanto manca la madre... il canto li cerca, disperato a volte... urlano, a volte, i desideri.Diventa lettera d`amore per tutti, un singhiozzo o forse una preghiera.Si tace, d`un tratto, nei ricordi. Il mare è grande, forse, come capelli di madre ... forse...ma basta un lento scivolare di quei capelli di madre, perché la risposta si perda per sempre ... nel vento di un`anima randagia.È voce di vento, cadere di foglie, fruscio di tempesta, freschezza di ali, canto di grilli sul fuoco delle dalie, filastrocca di luna-luna, urlo di sole.Mai uguale a se stesso il canto... perché in esilio/ non resta uguale/ il cuore... ti disperi/ in un dolore calmo. Silenzio intorno; s`abbassa il volume della vita.Poi... trovi ancora/ avanzi di speranza/ come di pane/ per cardello in gabbia.E canto riprende... è canto di poesia.Sette gocce di miele nel deserto, una strada perduta, un cono d`ombra, assenza di viole... appartengono a tutti, oggi, i luoghi dell`anima di Vittorio Errico; è voce di terra e di vento, di carezze di sole e profumi di luna, nel fiato rosso di un fugace papavero.