"Decor Carmeli": la dignità carismatica del "Carmelo", dalla documentazione veterotestamentaria relativa ai padri fondatori della Spiritualità carmelitana (S. Elia e S. Eliseo) sino ai Padri fondatori dell’Ordine carmelitano (S. Angelo di Sicilia e S. Alberto da Trapani); dalla letteratura medievale degli "exempla" e dei "miracula" sino alla dimensione storico-storiografica di tutta una serie di vicende che porteranno alla fondazione delle Confraternite laicali e segnatamente a quella di "Maria SS.ma del Carmine" in Taranto. La cronaca minuziosa e per molti aspetti singolare relativa ai rapporti fra i Padri carmelitani e i confratelli del "Pio Sodalizio", sin dalla fondazione della Confraternita (1675) riporta l’eco di tensioni e controversie che spesso costrinsero i delegati dell’una e dell’altra Istituzione a risolvere giurisdizionalmente i contenziosi di tipo amministrativo-patrimoniale. Le parti rivendicano ognuna privilegi di singolare pertinenza: carismatico quello conventuale, sustanziale quello confraternitale; i primi reclamavano l’obbedienza canonica, i secondi l’autonomia funzionale. Quando poi la concomitanza di eventi storico-militari sconvolsero le strutture territoriali della Taranto ottocentesca, con l’occupazione francese (1801), con la conseguente requisizione degli Edifici sacri, con la soppressione degli Ordini religiosi e l’abbandono della città da parte dei Padri carmelitani (1806-08), la Confraternita, rimasta unica referente delle responsabilità celebrative sia liturgiche che paraliturgiche, accentuò quelle forme di autonomia giuridica-amministrativa che porteranno alla definitiva indipendenza dell’Ordine carmelitano....