Storia Politico Militare Del Brigantaggio Nelle Provincie Meridionali D'italia

De Witt Angiolo
Dello stesso autore
Editore/Produttore: CAPONE EDITORE
EAN: 9788883490682



pp.320 brossura

Se per Luigi Carlo Farini, luogotenente del re sabaudo a Napoli dopo la conquista garibaldina, il Sud è «Affrica!» e «i beduini sono fior di virtù civile» rispetto ai cafoni meridionali, per Angiolo De Witt, ufficiale dell`esercito piemontese catapultato nel vivo della guerra al brigantaggio, qualcosa si salva: nel Mezzogiorno i «perenni tepori fanno fiorire i campi più volte all`anno», sorprende a Napoli «la vita gaia di quel popolo», Castropignano, piccolo borgo tra il Biferno ed il Matese, è un angolo di Svizzera, tra i meridionali c`è gente «un poco troppo pigra», ma «di buona indole».
Quello del De Witt è un lavoro molto onesto pur nella esuberante retorica patriottarda tipica del momento in cui l`autore stende l`opera. Quanti avrebbero descritto l`arrivo della colonna piemontese a Campobasso affermando che «pochi curiosi di quella città erano a vederci arrivare, e quei pochi ci dimostravano la più fredda indifferenza»?; e chi, con la stessa sincerità, parlando delle condizioni politiche del Molise nell`estate del 1862, avrebbe scritto che «gli opposti partiti, liberale e borbonico, disputavansi il dominio della situazione, e malgrado la tollerata monarchia del Re Vittorio, da un momento all`altro briganti e popolazioni facevano causa comune fra loro, allo scopo di restaurare il soppresso trono di Francesco II»?; e chi avrebbe parlato in termini velatamente critici della distruzione di Pontelandolfo avvenuta per rappresaglia da parte di un battaglione di bersaglieri piemontesi?
L`avventura del tenente De Witt comincia con l`ordine di scortare da Dogliani a Campobasso seicento «sbandati», gli ex militari borbonici internati per un trattamento di «correzione e idoneità al servizio». Questi provengono da San Maurizio Canavese e molti, miracolati, hanno fatto l`esperienza nella terribile fortezza di Fenestrelle: evidentemente, hanno accettato di entrare nell`esercito sabaudo anche se nulla esclude che rientravano nel Mezzogiorno non solo per respirare aria di casa.
(Dalla presentazione di Gianni Custodero)


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pp.320 brossura

Se per Luigi Carlo Farini, luogotenente del re sabaudo a Napoli dopo la conquista garibaldina, il Sud è «Affrica!» e «i beduini sono fior di virtù civile» rispetto ai cafoni meridionali, per Angiolo De Witt, ufficiale dell`esercito piemontese catapultato nel vivo della guerra al brigantaggio, qualcosa si salva: nel Mezzogiorno i «perenni tepori fanno fiorire i campi più volte all`anno», sorprende a Napoli «la vita gaia di quel popolo», Castropignano, piccolo borgo tra il Biferno ed il Matese, è un angolo di Svizzera, tra i meridionali c`è gente «un poco troppo pigra», ma «di buona indole».
Quello del De Witt è un lavoro molto onesto pur nella esuberante retorica patriottarda tipica del momento in cui l`autore stende l`opera. Quanti avrebbero descritto l`arrivo della colonna piemontese a Campobasso affermando che «pochi curiosi di quella città erano a vederci arrivare, e quei pochi ci dimostravano la più fredda indifferenza»?; e chi, con la stessa sincerità, parlando delle condizioni politiche del Molise nell`estate del 1862, avrebbe scritto che «gli opposti partiti, liberale e borbonico, disputavansi il dominio della situazione, e malgrado la tollerata monarchia del Re Vittorio, da un momento all`altro briganti e popolazioni facevano causa comune fra loro, allo scopo di restaurare il soppresso trono di Francesco II»?; e chi avrebbe parlato in termini velatamente critici della distruzione di Pontelandolfo avvenuta per rappresaglia da parte di un battaglione di bersaglieri piemontesi?
L`avventura del tenente De Witt comincia con l`ordine di scortare da Dogliani a Campobasso seicento «sbandati», gli ex militari borbonici internati per un trattamento di «correzione e idoneità al servizio». Questi provengono da San Maurizio Canavese e molti, miracolati, hanno fatto l`esperienza nella terribile fortezza di Fenestrelle: evidentemente, hanno accettato di entrare nell`esercito sabaudo anche se nulla esclude che rientravano nel Mezzogiorno non solo per respirare aria di casa.
(Dalla presentazione di Gianni Custodero)

Dettagli
DatiDescrizione
EAN9788883490682
AutoreDe Witt Angiolo
EditoreCAPONE EDITORE
Data pubblicazione2007
CategoriaStoria, *Brigantaggio
Pagine319
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