Architetture Leccesi; I palazzi del Rinascimento, Barocco e Rococò

De Marco Mario
Dello stesso autore
Editore/Produttore: CAPONE EDITORE
EAN: 3322200001944



pp.135 rilegato 21x30 illustrato colori e b/n

Tra Cinquecento e Settecento, sia pure con fasi alterne, un`atmosfera febbrile pervade la città, ove si erigono tante costruzioni civili e sacre, che privati cittadini, congregazioni religiose e il clero secolare realizzano con orgogliosa competizione, via via configurando l`immagine che ancora, nonostante tanti guasti e interventi, conserva il centro storico di Lecce, inconfondibile per le testimonianze decorativo-architettoniche del Rinascimento, del Barocco e del Rococò. Anche nell`edilizia civile profusero il loroparticolarissimo ingegno molti architetti locali, tra i quali emersero Gian Giacomo dell`Acaya, Gabriele Riccardi, Giuseppe Zimbalo, Giuseppe Cino, Mauro Manieri e soprattutto il figlio suo, Emanuele, che sui palazzi di Lecce ha lasciato un`indelebile orma di sé per il gusto raffinato che si preoccupa, pure, di realizzare un razionale arredo urbano. Accanto a queste figure note e tanto care ai leccesi, profusero anche la loro opera innumerevoli anonimi costruttori, decoratori e artisti, i quali pure per le civili costruzioni, tutte realizzate con la duttile, ma ahimè fragile, pietra locale, hanno impresso patente testimonianza del proprio estro creativo. Architetti e maestranze seppero altresì recepire e originalmente interpretare tutta quella serie di influssi già espressi in altre aree d`Italia. A partire dal secolo scorso iniziò il degrado lento e costante del centro storico cittadino. Molti palazzi subirono interventi esterni ed interni che modificarono, spesso consistentemente, la loro primitiva struttura. Ma, quel che è peggio, poco e male si curò la manutenzione della pietra leccese che facilmente si caria, si sfalda e in pochi anni riduce in polvere soprattutto le decorazioni di portali, finestre e balconi. La necessità di recuperare il recuperabilenon consente ulteriori disattenzioni; il tempo non dà tregua all`agonia e alla morte della pie-tra leccese, sicché privati ed enti pubblici non possono e non devono procrastinare.........la salvezza di quanto resta del centro storico di Lecce, dei suoi palazzi e dei suoi monumenti, patrimonio che si ha il dovere di trasmettere alle generazioni future per offrir loro l`identità visibile di tanta storia della città.


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pp.135 rilegato 21x30 illustrato colori e b/n

Tra Cinquecento e Settecento, sia pure con fasi alterne, un`atmosfera febbrile pervade la città, ove si erigono tante costruzioni civili e sacre, che privati cittadini, congregazioni religiose e il clero secolare realizzano con orgogliosa competizione, via via configurando l`immagine che ancora, nonostante tanti guasti e interventi, conserva il centro storico di Lecce, inconfondibile per le testimonianze decorativo-architettoniche del Rinascimento, del Barocco e del Rococò. Anche nell`edilizia civile profusero il loroparticolarissimo ingegno molti architetti locali, tra i quali emersero Gian Giacomo dell`Acaya, Gabriele Riccardi, Giuseppe Zimbalo, Giuseppe Cino, Mauro Manieri e soprattutto il figlio suo, Emanuele, che sui palazzi di Lecce ha lasciato un`indelebile orma di sé per il gusto raffinato che si preoccupa, pure, di realizzare un razionale arredo urbano. Accanto a queste figure note e tanto care ai leccesi, profusero anche la loro opera innumerevoli anonimi costruttori, decoratori e artisti, i quali pure per le civili costruzioni, tutte realizzate con la duttile, ma ahimè fragile, pietra locale, hanno impresso patente testimonianza del proprio estro creativo. Architetti e maestranze seppero altresì recepire e originalmente interpretare tutta quella serie di influssi già espressi in altre aree d`Italia. A partire dal secolo scorso iniziò il degrado lento e costante del centro storico cittadino. Molti palazzi subirono interventi esterni ed interni che modificarono, spesso consistentemente, la loro primitiva struttura. Ma, quel che è peggio, poco e male si curò la manutenzione della pietra leccese che facilmente si caria, si sfalda e in pochi anni riduce in polvere soprattutto le decorazioni di portali, finestre e balconi. La necessità di recuperare il recuperabilenon consente ulteriori disattenzioni; il tempo non dà tregua all`agonia e alla morte della pie-tra leccese, sicché privati ed enti pubblici non possono e non devono procrastinare.........la salvezza di quanto resta del centro storico di Lecce, dei suoi palazzi e dei suoi monumenti, patrimonio che si ha il dovere di trasmettere alle generazioni future per offrir loro l`identità visibile di tanta storia della città.

Dettagli
DatiDescrizione
EAN3322200001944
AutoreDe Marco Mario
EditoreCAPONE EDITORE
Data pubblicazione1995
CategoriaArchitettura & Urbanistica, Libri con Sconto fino ad esaurimento scorte
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