pp.178, brossura
Il mito è parte integrante della razionalità, non e pensiero infantile. Secondo l'autore il mito esprime le identità, le affinità e i contrasti della vita, riconducibili alla lotta o all'amore, e armonizza tra loro gli opposti del cosmo. Nel tarantismo è terapia, dacchè prefigura la vittoria del positivo sul negativo.
L'autore, superando le vetuste concezioni di De Martino, scopire così il tarantismo come una conoscenza, una mentalità, una terapia estetica e sessuale che mette in scena la rinascita del tarantato e mediante suoni e danze consente alle emozioni di restituire il senso della vita. L'arte qui gioca un ruolo fondamentale e quindi dall'etnomusiclogia occorre transitare all'stetica musicale. La iatromusica detta pizzica pizzica , per il fatto di concidere con il rito, altro non è che la carne del mito, il luogo liturgico dove avviene la ri-attualizzazione del mito stesso. E, come nella barocca teoria degli effetti, può modificare la psiche dell'ascoltatore. La stessa cosa accade per la danza. La pizzica - pizzica fornisce l'armonia di cui l'inferno ha bisogno perchè è composta da due ritmi simultanei, uno binario e uno ternario. Nel pensiero ciclico del "ri-morso", inteso come il ritono periodico del rito, questa struttura favorisce la trance e sta alla base sia della rinascita terapeutica che della rinascita artistica contemporanea della stessa pizzica pizzica.