La grotta dei Cervi di Porto Badisco nel territorio di Otranto (LE) rappresentava per le genti paleolitiche e neolitiche salentine un luogo iniziatico di grande importanza rituale, il più orientale della penisola italica. Tale luogo era gestito dalle stirpi sciamaniche responsabili della sopravvivenza tribale. Nelle complesse simbologie parietali astratte, l'autore individua l'esistenza di un vero e proprio codice criptato ad uso esclusivo di queste stirpi alla costante ricerca di giovani futuri guerrieri e sciamani. Nello studio si determinano analogie simboliche di tipo tantrico posteriori di circa 4000 anni poste in relazione con l'energia creatrice femminea della Grande Madre nota in sanscrito come Shakti e il suo recondito potere (Kundalini) che assume segni parietali serpentiformi e spiraliformi. L'autore giunge a riprodurre scientificamente alcuni di questi cripto-simboli con tecniche digitali del suono e tecniche cimatiche confermando ulteriormente le sue ricerche e stabilendo un primato d'Occidente alle tecniche iniziatiche basate sull'utilizzo dell'energia Kundalini.