pp.173 brossura
EDIZIONE ESAURITA
LA NUOVA RISTAMPA E' QUESTA "Storia di un metronomo capovolto"
Una solida struttura narrativa sostiene questo sorprendente libro. Il racconto, ambientato a Messina, è costellato puntillisticamente (in senso musicale) da ardite sentenze. Mirabile la descrizione del suicidio del protagonista Antonio Gardini. Leggere per credere
(Franco Battiato)
“Storia di un metronomo capovolto”, romanzo d’esordio del ventiquattrenne parabitano Giuseppe Cristaldi, edito dalla piccola casa editrice “Il Laboratorio”, è in vendita da qualche mese nelle migliori librerie del Salento ed in contemporanea nei circuiti letterali nazionali. Cristaldi, nonostante la sua giovane età, è dotato di una penna sagace e funambolica, intrisa d’influenze “pasoliniane”, che conservano intatto il sapore della tradizione de: “I ragazzi di strada”. ApprodoSalento ebbe modo di fare la sua conoscenza, durante un forum organizzato in occasione della presentazione in anteprima di “Musikanten” seconda opera cinematografica di Franco Battiato. Durante il dibattito, Cristaldi, si distinse dissertando sulla partitura de: “L’eroica” di Beethoven e sul rapporto che il grande compositore ebbe con Napoleone. Siamo andati ad incontrarlo per parlare di questa sua opera d’esordio.
(Breve intervista a cura di Danny Cortese)
- Complimenti per questo tuo primo romanzo, come è nata l’idea di ambientare la storia a Messina?
- Grazie per i complimenti, speriamo di avere lo stesso riscontro dai lettori. Innanzi tutto approfitta di queste colonne per ringraziare l’Assessorato alla Cultura del Comune di Carabina, che ha dato un supporto economico per la stampa di questo volume. La scelta di ambientare tutto il romanzo a Messina è stata quasi obbligata. Nel racconto, infatti, faccio riferimento a diverse pagine insolute della storia degli anni ottanta, mi riferisco alla stagione delle stragi. Mi serviva un’ambientazione particolare, che ho trovato fotografata nel quartiere “Bisconte” di Messina, dove appunto si svolge la vicenda.
- Tra i due personaggi protagonisti, quale ti rispecchia in maniera migliore? C’è una componente autobiografica?
- Preferisco non rispondere per non influenzare i lettori. Diciamo che forse una parte di me è intrisa in entrambi, forse, ma lasciamo che siano gli altri a giudicarlo.
- Questo romanzo si avvale della collaborazione di due noti rappresentanti del mondo della cultura: Franco Battiato ed il prof. Aldo D’Antico, una bella soddisfazione?
- Si, è vero e la cosa m’inorgoglisce ed onora alquanto. Ambedue hanno dato il loro eccelso contributo con alcune note all’interno dell’opera.
- Se dovessi dare una definizione al tuo romanzo, quale sarebbe?
- Le etichette lasciano sempre il tempo che trovano, ma se proprio devo rispondere mi piace pensare ad un romanzo-manifesto.
- Nella tua attività di autore, c’è anche spazio per la poesia in vernacolo, un legame forte con la tua terra?
- Questo sicuramente, sono sempre stato orgoglioso d’essere e sentirmi salentino, ma preferirei essere definito un Istrione di borgata, che alterna il ruolo d’operaio elettricista a quello di parolaio.
- All’interno del libro si nota subito la dedica a Paola e Daniela Bastianutti, un gesto simbolico davvero importante?
- Si, certe cose si fanno in modo spontaneo, soprattutto quando si sente di doverle fare. La mia ha voluto essere una testimonianza, affinché non si dimentichi.