La Cucina del Sud. Aspetti significativi della cucina popolare campana pugliese lucana calabrese.

Cretì Giorgio
Dello stesso autore
Editore/Produttore: CAPONE EDITORE
EAN: 9788883490118



pp.199 brossura 17x24 illustrato colori

Il libro può essere considerato un viaggio appassionato nella tradizione italiana più direttamente permeata di cultura mediterranea. Di quella cultura che ha generato la dieta ormai da trent`anni presa ad esempio da molti dietisti mondiali per il suo basso livello di grassi saturi e di colesterolo, alti livelli di carboidrati complessi e fibre e che utilizza l`olio d`oliva come maggiore sorgente di lipidi. Dieta che ancora oggi è ritenuta l`unica in grado di difenderci dalle malattie tipiche della "civilizzazione".E chiaro, tuttavia, che l`argomento non può essere esaurito in così poche pagine; qui si è voluto soltanto mettere in rilievo gli aspetti più significativi della cucina di quella parte d`Italia costituita dalle regioni Campania, Puglia, Lucania, Calabria e Sicilia, quelle che grosso modo corrispondono al territorio degli antichi regni di Napoli e di Sicilia poi diventati regno delle Due Sicilie sotto Alfonso d`Aragona.Su queste regioni sono passati tanti dominatori: i Greci, i Romani, i Bizantini, i Longobardi, i Normanni, gli Angioini, gli Aragonesi, i Borboni e ... i Savoia. Dal punto di vista delle abitudini alimentari, tutti lasciarono qualcosa della loro cultura e questo qualcosa entrò nel patrimonio delle popolazioni sottomesse. I Greci lasciarono l`uso delle olive verdi, quello della ricotta, del miele e del vino; dei Romani sono rimaste la purea di fave, le seppie ripiene, le cipolle al forno; i Bizantini lasciarono l`uso delle spezie d`Oriente; gli Arabi, oltre a portare le tecniche della pasta secca, introdussero la coltura della canna da zucchero e con la neve dell`Etna e la frutta siciliana inventarono i sorbetti, l`uso dell`anice e portarono nuove spezie come la cannella e lo zafferano; lasciarono, gli Arabi, il cuscus; i Normanni oltre a costruire grandi opere d`arte, portarono le aringhe affumicate ed il baccalà bagnato nel latte; con Spagnoli e Francesi si affermò la doppia cultura gastronomica dei ricchi e dei poveri. (dall`Introduzione)..


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pp.199 brossura 17x24 illustrato colori

Il libro può essere considerato un viaggio appassionato nella tradizione italiana più direttamente permeata di cultura mediterranea. Di quella cultura che ha generato la dieta ormai da trent`anni presa ad esempio da molti dietisti mondiali per il suo basso livello di grassi saturi e di colesterolo, alti livelli di carboidrati complessi e fibre e che utilizza l`olio d`oliva come maggiore sorgente di lipidi. Dieta che ancora oggi è ritenuta l`unica in grado di difenderci dalle malattie tipiche della "civilizzazione".E chiaro, tuttavia, che l`argomento non può essere esaurito in così poche pagine; qui si è voluto soltanto mettere in rilievo gli aspetti più significativi della cucina di quella parte d`Italia costituita dalle regioni Campania, Puglia, Lucania, Calabria e Sicilia, quelle che grosso modo corrispondono al territorio degli antichi regni di Napoli e di Sicilia poi diventati regno delle Due Sicilie sotto Alfonso d`Aragona.Su queste regioni sono passati tanti dominatori: i Greci, i Romani, i Bizantini, i Longobardi, i Normanni, gli Angioini, gli Aragonesi, i Borboni e ... i Savoia. Dal punto di vista delle abitudini alimentari, tutti lasciarono qualcosa della loro cultura e questo qualcosa entrò nel patrimonio delle popolazioni sottomesse. I Greci lasciarono l`uso delle olive verdi, quello della ricotta, del miele e del vino; dei Romani sono rimaste la purea di fave, le seppie ripiene, le cipolle al forno; i Bizantini lasciarono l`uso delle spezie d`Oriente; gli Arabi, oltre a portare le tecniche della pasta secca, introdussero la coltura della canna da zucchero e con la neve dell`Etna e la frutta siciliana inventarono i sorbetti, l`uso dell`anice e portarono nuove spezie come la cannella e lo zafferano; lasciarono, gli Arabi, il cuscus; i Normanni oltre a costruire grandi opere d`arte, portarono le aringhe affumicate ed il baccalà bagnato nel latte; con Spagnoli e Francesi si affermò la doppia cultura gastronomica dei ricchi e dei poveri. (dall`Introduzione)..

Dettagli
Dati Descrizione
EAN 9788883490118
Autore Cretì Giorgio
Editore CAPONE EDITORE
Data pubblicazione 2000
Categoria Cucina & Enogastronomia
Pagine 198
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