pp.336, brossura Perché nelle vene del mondo hanno preso a scorrere odio e violenza, paura e insicurezza, come ormai non succedeva più da molte generazioni? E può essere solo l’odio, la violenza e la paura il futuro che ci aspetta? "Coprifuoco", il nuovo romanzo di Walter Cerfeda, prova a rispondere a questi drammatici interrogativi che percorrono oggi le inquietudini del mondo intero, attraverso le vicende di una famiglia contadina che vive ai margini del deserto siriano, in un piccolo paese, Al Qaryatayn, noto come la "città dei due villaggi", perché da sempre vi avevano convissuto in armonia genti islamiche e cristiane. Il romanzo ripercorrendo le storie, le speranze, i sogni, la vita dei suoi diversi attori, ricostruisce in realtà tutto ciò che è accaduto e sta capitando in quella parte tormentata del mondo e su come e perché sia stato possibile che, in pochi anni, dal “profumo dei gelsomini” della Primavera Araba, si sia precipitati nel radicalismo, nel terrorismo dell’Isis fino al rischio del genocidio di un popolo intero. Una ricostruzione che avviene come in un prisma rovesciato, non raccontando la guerra, ma le persone che la subiscono. Non dal punto di vista di coloro che sparano, ma da quello di chi viene sparato. Non dalle ragioni di quelli che questo inferno hanno creato, ma da chi da quell’inferno cerca di scappare. Emanuele, giornalista inviato in Siria, scopre e si trova a ripercorrere, dal sogno di Padre Dall’Oglio e del suo monastero di Mar Musa da lui ricostruito come luogo di pace e di rispetto interreligioso, alla realtà odierna fatta di morte e di dolore, di chi da tutto ciò cerca di sfuggire, finendo però per incontrare invece l’orrore dei trafficanti di esseri umani fino a scoprire una realtà fatta di muri, di fili spinati o di caotici e a volte infernali "centri di accoglienza". Un libro che interroga e mette a nudo la coscienza di ciascuno di noi, perché nel tempo della civiltà digitale, nessuno può più dire di non sapere e vedere quanto sta succedendo