pp.96, brossura 15x21, illustrato con fotografie a colori
Trappeti sotterranei nel Salento “è frutto”, come afferma la stessa autrice, “di elaborazioni scaturite dalla lettura di scritti curati da autori diversi che, trattando dei frantoi salentini, hanno il merito di avere fatto conoscere l’esistenza di singolari testimonianze diventate attualmente risorse meramente turistiche prim’ancora di essere considerate testimonianze culturali, lasciti di pregnante memoria storica, segni tangibili che riportano al passato di cui andare fieri, non foss’altro perché custodiscono l’eco di tanti terribili uomini in lotta contro la roccia da millenni (Bonea).
Rispetto ad altre pubblicazioni riguardanti lo stesso argomento l’obiettivo di questo lavoro non è quello di ripubblicare i rilievi planimetrici, ma di soffermarsi su alcuni aspetti meno noti o che si sono sempre dati per scontato e, quindi, non sufficientemente indagati.
Per permettere al lettore di effettuare una comparazione tra quanto si è scritto fin qui, soprattutto per quanto riguarda il lavoro che si svolgeva nel frantoio, creando l’immaginario collettivo, è stata inserita in appendice una scheda, frutto di un’intervista rivolta ad uno degli ultimi nachiri della provincia di Lecce.
Ne è venuto fuori un quadretto assolutamente illuminante, capace di smentire o di rivedere molti luoghi comuni sulla vita e sul lavoro dei frantoiani”.
Indice: Breve viaggio nella maniera di cavar l’olio; Un reticolo sotterraneo di trappiti; Perché salvare i frantoi; Mortai e presse millenarie; La storia leggendaria dell’olivo; L’oro liquido nostrano; 1. Trapèton, trapetum, trappitu; ... a propositu ti uegghiu; 2. Essenzialità di arredi in pietra; 3. Nel regno del nachiru; 4. Fatiare te mane a sira (Lavorare dall’alba al tramonto); Intreccio di fibre e di mani; Curiosità; Le posture gallipoline; 5. Alimentazione nel frantoio; L’ultimo nachiru; Maglie sotterranea (di Maria Rosaria De Lumé); Schede tecniche dei frantoi ipogei; La terminologia nel trappitu; Bibliografia essenziale;