pp.230, brossura 25x29,7 ; ill. b/n
I saggi che compongono questo libro tentano di restituire una lettura metodologicamente unitaria dell’architettura dell’Ottocento in Puglia, con l’obiettivo di riscontrare in sede periferica il dibattito culturale dei grandi centri. Il bisogno di rapportare lo specifico al generale, ovvero di esemplare la realtà periferica ad un modello culturale - più.che alla produzione di forme architetto» niche - è alla base dello sforzo critico di questo lavoro. La ricerca, pertanto, si articola a partire dalla cultura accademica nel meridione d’Italia e affronta il tema della formazione professionale. Nell’ambito della cultura accademica appare allora fondamentale il tema del restauro quale tentativo di riscrivere il proprio passato regionale sia come riscoperta della propria specificità, sia come contributo all’integrazione nella nuova realtà dell’Italia unita. Il recupero del passato, come viene dimostrato, legittima la selezione di un modello storico da investire di valenze morali e simboliche, autorizzando l’utilizzo di stili ecletticamente piegati a nuove funzioni tipologiche. La seconda parte del libro affronta l’analisi di due specifiche tipologie edilizie - la residenza e il cimitero - verificate in rapporto alla casistica dei modelli sul territorio nazionale. Per l’analisi dei progetti pugliesi si è utilizzato materiale d’archivio, per lo più inedito. In appendice sono riportate le schede relative all’attività di alcuni dei progettisti dell’Ottocento che hanno operato anche solo occasionalmente nella regione, allo scopo di inquadrare l’identità professionale di coloro che hanno partecipato con convinzione - o loro malgrado - alla definizione di un linguaggio eclettico in Puglia.