pp.118, brossura. Nati intorno alla metà del secolo, appartenevano alla generazione che aveva fatto il ’68, ma non erano ascrivibili a nessun motivo protestatario. La contestazione giovanile, a cui moltitudini di coetanei partecipavano con passione politica, non li aveva minimamente coinvolti. Si lasciavano cullare dalla faciloneria, da un ininterrotto stato di ricreazione. A scuola passavano per sogliati, in famiglia per fannulloni. Sono i perdigiorno, di antica e recente classificazione. Muovendosi fra ozi e svaghi in un periodo temporale di cambiamenti epocali del ’900, i perdigiono di provincia li rievoca in pagine di memorialistica chi si trovò a perdere giorni (e notti) con loro.