AA.VV.
SENTE LA VOCE MIA, LA RICONOSCE
Tre documentari di Marcello Fersini, Roberto Inciocchi, Luis Spadilla
prodotto da Sedi 2003 Srl, realizzato da Allegra
Cu li trapassa l'anima e lu core. DVD 1, min. 50
Il documentario è un viaggio alla scoperta delle musiche tradizionali del Salento, quelle "romanze" e quelle "grecaniche". Attraverso le esperienze dei personaggi più noti della riscoperta e quelli più anziani, portatori della tradizione, si cerca di fare un quadro attorno alla rinascita della tradizione popolare salentina. Si parla di ricerche sul campo degli anni '70 e '80, di costruzione dei tamburelli, della loro ancestralità, di senso di appartenenza e attraversamenti culturali, di tradizione e di innovazione. Musica e canti dal vivo, in dialetto salentino e in griko.
Il documentario ha avuto il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, del Comitato Nazionale Minoranze Etnico-Linguistiche in Italia e l'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica.
Ci no lla vidi la senti cantare. DVD 2, min. 40
Questo documentario è un lavoro "intimista", realizzato per la voglia di capire se la musica salentina fosse "donna". Un lavoro, quindi, rivolto alle interpreti femminili della musica tradizionale e dell'innovazione salentina. E' una ricerca sulle differenze nel modo di cantare (legate al modus vivendi) fra le anziane donne della tradizione e le nuove interpreti. Una consapevolezza di ciò che questa musica rappresentò per le generazioni passate e la necessità di "modernizzarla" per le generazioni future, anche contaminandola, ma sempre cercando di mantenerla "identitaria".
Ca quannu canta tremula la voce. DVD 3, min. 45
Questa volta il nostro interesse si sposta dalle voci femminili alle voci maschili, visto che alla domanda se questa musica sia "femmina" non abbiamo trovato risposte. Chiediamo così agli uomini se, al contrario, questa musica, questo ritmo, sia "maschio". Dialoghiamo con storici ricercatori sul campo, come Roberto Licci nell'ambito della tradizione grecanico-salentina, per poi passare a giovani innovatori come Claudio "Cavallo" ed i suoi esperimenti "tecno-dub", o Antonio Castrignanò, autore della colonna sonora di Nuovomondo di E. Crialese. Capiamo l'importanza delle contaminazioni con le musiche ed i ritmi di altri popoli, soprattutto mediterranei, e l'importanza che un festival come La Notte della Taranta ha avuto per tutto ciò. Chiediamo come si può e se si riesce a lavorare e a "campare" di musica tradizionale, cerchiamo di capire cosa e come si attinge dal passato, come si interpreta o reinterpreta nel presente e come e dove andrà a finire tutto questo. Interpretazioni commoventi che resteranno nella storia di questo popolo.