AA.VV.
Cd audio contenente 13 tracce
- Pizzica degli Ucci
- Ndo Ndo Ndo
- Antidotum Tarantulae
- Bendirì
- Lu rusciu te lu mare
- Auelì
- Agapimu Fidela Protinì
- L'acqua de la funtana
- Ferma Zitella
- La ceserina
- Pizzica di Cosimino
- Pizzica di Torchiarolo
- Kalinitta
Primo disco live per l’Ensemble Notte della Taranta. E’ uscito il 29 dicembre , in allegato con «La Gazzetta del Mezzogiorno», un cd esclusivo registrato in provincia di Lecce (ad Alessano) il 21 agosto scorso, che raccoglie alcuni dei più significativi arrangiamenti di musiche tradizionali salentine eseguiti nelle varie edizioni del Concertone di Melpignano, dal 1999 al 2009. Come in una sorta di «The best of», il lavoro ripercorre in 13 brani la storia dell’evento «simbolo del rinascimento della pizzica» e di un progetto musicale parallelo, quello dell’Ensemble , che ha portato la Taranta in giro per il mondo: da Roma a Firenze, Bologna, Venezia, Cina, Giordania, Germania e Portogallo, prima dello «sbarco» lo scorso anno in Usa.
Un’attività intensa quella dell’Ensemble, ora racchiusa in un album suggestivo.
Il lavoro è prodotto dal Centro studi Kairos con il contributo del Ministero dello Sviluppo Economico e in collaborazione con la Fondazione Notte della Taranta, Istituto Diego Carpitella e Comune di Melpignano.
«È incredibile il fatto che questi brani continuino a regalare le stesse intense emozioni a chi li suona da anni come a chi li ascolta, magari per la prima volta», dice Antonio Marra, produttore artistico del disco e batterista dell’Ensemble : «Il nostro, aggiunge, è un percorso di straordinaria importanza filologica nei confronti di un evento che è riuscito a superare ogni aspettativa. Ho ancora i brividi ripensando a quando abbiamo aperto il concerto dei Police a Torino. E la soddisfazione più grande è ricevere ancora oggi la stima di tutti i maestri concertatori».
Da una sfrenata «Pizzica degli Ucci» alla buonanotte grika «Kalinitta», passando per ballate come «Lu rusciu de lu mare» e «Ferma Zitella», ogni brano riporta alla mente emozioni uniche, secondo l’impronta che ogni maestro concertatore ha cercato di lasciare al suo passaggio: Piero Milesi con i suoi momenti di grande poesia prima dell’esplosione ritmica con Vittorio Cosma e del leggendario Stewart Copeland, batterista dei Police, che non poteva prescindere dalla sua impronta rock; Ambrogio Sparagna è stato più conservatore, mentre Mauro Pagani ha aperto alla world music.
«Riascoltando in successione questi brani, scrive nella prefazione del libretto Sergio Torsello, direttore artistico del Festival, si possono scoprire le molteplici stratificazioni di linguaggi e stili musicali che fanno di questa esperienza qualcosa di profondamente diverso, anzi di unico rispetto al mainstream della pizzica. Un esempio di come le musiche tradizionali non siano un repertorio museale, ma una fertile sorgente creativa».