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€ 5,50

pp.168 brossura 15x21 illustrato b/n

Se la tradizione e i monumenti non accertassero la vita reale di Domenico Galeazzo, sarei indotto a ritenerlo una creazione dello spirito popolare. Domenico Galeazzo fu arciprete di Lucugnano, paesello posto nel capo di Santa Maria di Leuca ed in quello si addita la casuccia, sul fronte della quale è apposta una lapide che porta la iscrizione: Questa camera fu la stanza Di Domenico Galeazzo Del mondo 1560 e nella chiesa parrocchiale di quella terra si conserva la di lui effigie in olio e altri ritratti si veggono altrove. Il nome di Domenico Galeazzo, comunemente conosciuto con quello di Papa Galeazzo, è giunto a noi attraverso tre secoli e si mantiene celebre e vivo per i suoi aneddoti faceti, più che non sia quello del pievano Arlotto famoso per le sue goffaggini. Senza meno il nostro Galeazzo fu giovialone, volgeva le cose in baia, con spontaneità e vivacità per far ridere, ora alle sue spalle, ora a quelle degli altri. A giudicar la di lui figura, dalle sue buffonerie, appare triviale e sommamente plebea, perché la gioconda festività, che costituisce il ridicolo, in lui si rispecchia nella storpiatura dei vocaboli, nel doppio senso e in un giuoco eccessivo della parola....(dall`Introduzione)

Alcuni passi del "breviario"  di Papa Galeazzo:

"Oh, mia Santa Liberata!"

La Marchesa di Alessano da più giorni era sofferente per i dolori del parto: il bambino si era presentato di lato e lo sgravo non poteva avvenire senza la seria compromissione della vita della signora. Per ordine del Marchese si teneva esposto il SS.mo in tutte le chiese del paese e il popolo si affluiva per impetrare le grazie in prò della illustre sofferente.
Tal notizia giunse anche a Lucugnano e Don Galeazzo, che era molto amico della famiglia marchesale, volle portarsi in Alessano per unire le sue preghiere a quelle di quel popolo così devoto. Giunto Don Galeazzo al paese, ed avendo appreso per via il peggioramento della signora, senza altro, corse difilato al palazzo.
Il suo arrivo fu tosto annunziato al Marchese, il quale, ricevendolo in sulla soglia della stanza coniugale, volle introdurre l'Arciprete, per confortare la Marchesa.
- Don Galeazzo mio, esclamò la povera signora, nel vedere entrare l'Arciprete di Lucugnano, fatemi una efficace preghiera acche' mi liberi da questo pericolo!
A questa pietosa domanda della Marchesa Papa Galeazzo si commosse, ma nell'alzare gli occhi al cielo, e nello scorgere un bellissimo quadro di Santa Liberata, che pendeva da un muro, si animò di quel tale suo umoristico spirito e, con affettata compunzione, a mani giunte, si rivolse alla Santa:
 
Oh, mia Santa Liberata,
Fa che dolce sia l'uscita,
Come dolce fu l'entrata,

Oh, mia Santa Liberata! A questa scappata di Papa Galeazzo la Marchesa non seppe trattenere il riso, all'urto del quale le si aprirono i vasi, il bambino subì il moto naturale del rivolgimento e, prima ancora che la stessa signora si accorgesse, venne giù felicemente il marchesino.

Dettagli
DatiDescrizione
EAN9788877860132
AutorePaone Michele
EditoreCONGEDO EDITORE
Data pubblicazione1996
CategoriaNarrativa
CategoriaNarrativa Umoristica
Pagine220
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