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PRODOTTO ESAURITO

pp.312 brossura. (Copia disponibile con alcune tracce di umidità)

Oltre 20 anni di carcere gli avevano ridotto il corpo, affetto da più patologie, in uno stato pietoso e lo avevano allontanato quasi totalmente da ogni legame d’amicizia e di affetti familiari.

Dotato di uno spirito che rifiutava di identificarsi con la realtà del suo corpo, procedeva con apparente sicurezza strascicando i suoi passi ogni giorno per dirigersi lento nel tetro cortile nell’ora d’aria, da dove guardava, con rassegnata tristezza, la volta del cielo oppressa da una rete metallica arrugginita. Questa era adorna di cerchi contigui di filo spinato, incastrati nella base di cemento armato, stracolmo di cocci di vetro acuminati.

Lui, anche quel giorno, era lì, solo con i suoi pensieri e con il suo immancabile compagno: un grosso sigaro odoroso che stringeva più forte tra le labbra appena pensava che, pur senza aver fatto male a nessuno, era stato condannato per un omicidio non commesso a 30 anni di reclusione.

Quel processo giudiziario lo teneva stretto ancora, con tutti i suoi 70 anni di età, tra gli artigli di una giustizia bruciante come il fuoco del demonio, inclemente come i fulmini, netta come la folgore. Talmente ingannevole e persecutoria, che non gli aveva mai permesso, e non gli permetteva, di andare a curarsi in un posto idoneo fuori dal carcere né di usufruire della semilibertà quando il suo avvocato era riuscito a trovargli un posto di lavoro. Le indagini dei Carabinieri riguardanti il datore di lavoro, avevano rilevato che questi, mentre prima di presentare la richiesta d’assunzione si trovava in condizioni economiche precarie, d’improvviso, poi, era riuscito a risanarle. Gli inquirenti ritennero che ciò si fosse verificato grazie ad un suo illegale finanziamento. E la semilibertà fu negata.

Si era ritornati alla carica e sembrò che ultimamente tutto si muovesse per il giusto verso: ottenere la semilibertà… avere un lavoro… respirare l’aria della libertà… e intanto volò con la fantasia a rincorrere il tempo passato che, come non mai, sembrava rinfrancare il suo animo.

Salvatore Padovano nasce a Gallipoli (Lecce) la notte di Natale del 1960. Sin da giovinetto, canta l'amore per la vita con passione e sensibilità, sentimenti immutati nonostante un destino inclemente.
Sconta una pena rigidissima, il 41 bis, un'enorme sofferenza.
Nei lunghi venti anni di dura detenzione per tornare nel mondo di fuori, che non si può né vedere né toccare, scrivere è continuare a sperare. Per Salvatore la fantasia è anelito di vita. Lì dove il tempo si ferma, narrare nel vuoto sorvegliati 24 ore su 24, è servito a non morire.

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Dettagli
DatiDescrizione
EANL00002132
AutorePadovano Salvatore
EditoreLUPO EDITORE
Data pubblicazione2008/02
CategoriaNarrativa
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