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pp.154 - «È un racconto di guerra. Ma non tratta dei burattinai di cui si occupa la Storia. È un racconto di singoli uomini e singole donne. Non parla di eserciti astratti, ma di uomini e di donne fatti di carne, ossa e pensieri. È un racconto mirabilmente costruito che tiene spesso col fiato sospeso. Come in tutte le guerre ci sono le atrocità. La guerra è dolore, tragedia ed orrore. Bisogna impegnarsi prima ad evitarla perché, dopo, non ci sarà conflitto che non porti atrocità. Raccontare una storia di guerra serve a ricordarci che, purtroppo, l’orrore è l’ingrediente di ogni conflitto. Annalisa Fantini lo fa percepire al lettore, ma oserei dire con delicatezza, con leggerezza. Sì, perché ogni volta che si evidenzia l’orrore, subito segue la dolcezza di un’altra scena, come in una danza lieve, segnando, però, il cuore e la mente del lettore che, divorando il libro tutto d’un fiato per sapere come va a finire, si ritrova a meditare e riflettere sulle assurdità di cui può essere capace l’essere umano. Filtra dalle pagine l’istinto del pane, che, però, altro non è che istinto di vita. "Abbiamo detto mai più all’odio, al genocidio, alla violenza... lavoro per migliorare la condizione di questa gente" dice Emilio a Marcello, mentre tra lui e Carolina si accende la fiamma dell’amore, ballando in una notte d’estate piena di stelle e di speranze.» (Wojtek Pankiewicz).
Dettagli
DatiDescrizione
EAN9788863162011
AutoreFantini Annalisa
EditoreGIULIO PERRONE EDITORE
Data pubblicazione09/02/2011
CategoriaNarrativa Storica
Pagine154
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